martedì 4 novembre 2008

Festival Internazionale del Film di Roma 2008










AIDE-TOI ET LE CIEL T’AIDERA
Lunedì 2008-10-27
D: x chi si occupa di cinema spesso è facile dare 1etichetta, qui no. C’è il precariato, c’è il racconto di quella estate 2003 con gente che mori per il caldo asfissiante e altri temi. Da parte di noi italiani l’interpretazione che l’estate 2003 è 1trauma x la Francia ancora non superato e perche ha scelto questo stile per raccontarla?
R (regista): no è stata totalmente dimenticata La forma l’ho scelta perche per me è la maniera drammatica x raccontare la vita Cmq è il mio gusto nient’altro
D (al regista): il film in apparenza semplice va a toccare cose molto importanti e forti. Quanto lavoro nella sceneggiatura e quanto nella regia?
R: mi sono ispirato ai vs film anni… parlavate dei problemi sociali, p.e. La vecchiaia, la gente di colore
D: perché in Italia non ci sono più film di questo tipo?
R (produttore): la libertà è 1conquista

D: la commedia è geniale: perché il noir?

R (produttore): si tratta tornando alla libertà di fiducia in noi stessi. A me è piaciuta la sceneggiatura. Anche Felicité l’ha letta e amata.

D: sono già state fatte delle vendite all’estero? E in Francia è già uscito?

R (produttore): no non è stato venduto, è in pre-vendita. C’è qualcosa in questo film che parla alla gente e la gente sente che c’è qualcosa di vero. Puntiamo su Germania, Belgio, .. Ora il film viaggia a livello internazionale. (attrice) Non so di voi, ma io sono fiera di averlo interpretato.

D: In Italia non le va di produrlo?

(produttore) ride

D: Felicité lei è il centro di gravità del film. Che tipo di esperienza è stata, le è tornata utile, e con gli altri attori?

R: Divertimento!! Ottimi attori, alcuni nuovi, altri no. Mi sono sentita molto libera.

D: avete già dei progetti in cantiere?

R (regista): no; (attrice): accompagnare il film sarà già un ottimo momento/progetto.

Intervistatore: consiglio la visione di questa ottima commedia noir, assai divertente.

Festival Internazionale del Film di Roma 2008















VIGGO MORTENSEN
26 ottobre 2008
Domanda sui suoi film.
R: Io faccio i miei film per imparare qualcosa di nuovo,lo faccio per me. Se a voi piacciono o non piacciono non cambia.
Domande sull’interpretazione di “Good”.
R: non è un film politicamente corretto o incorretto, nessuno giudica, potresti non amarlo beh.. NON parla di Hitler Molte persone non vogliono identificarsi anzi rimuovono la sola possibilità, non si sentirebbero a loro agio.
D: uno dei temi del film è l’eutanasia, inizia con un romanzo fino all eutogenetica e al nazzismo. Che posizione ha personalmente su questo tema?
R: è una domanda tricky ma in finale credo che ognuno dovrebbe avere il diritto di decidere, nessuno pensa alla morte se è giovane ma capita. Vanno valutati i sentimenti di ciascuno al riguardo.
D: dal film sembra che ci siano state persone in Germania che non sapevano cosa accadesse. È cosi? Ed è il messaggio del film? Nel mio paese dove lei ha vissuto,Argentina, alcune persone hanno detto proprio così.
R: credo che tutti i governi qualsiasi cosa dica la costituzione abbiano come primario interesse quello di sopravvivere, non importa come. Sono i cittadini che devono pretendere che avvenga bene. Tutto è un processo. Cmq ancora una volta non bisogna guardare questi tedeschi e giudicare cosa è successo. Tutto è parte di un processo.
D: uno dei suoi prossimi film è “The Road”, dove lo scenario apocalittico è irreale o comunque possibile. Dove ha trovato più difficoltà: in questo film o in “Good”, dove lo scenario apocalittico è un pezzo di storia?
R: beh va visto con una avvertenza: in entrambi è la sopravvivenza lo scopo, fare cose per sopravvivere. A volte non vuoi sentire cos’ è giusto fare, il tuo ego non vuole ascoltare. Invece ti avvisa e ti consiglia.. Quando il mio personaggio si guarda allo specchio, capisce che sta facendo qualcosa di sbagliato e il film è sull’ ora/adesso non piu tardi, ora. Bisogna essere responsabili della propria vita e non sei solo tu ma siamo /dobbiamo esserlo tutti. Tutto ha importanza. Non posso sempre pensare a cosa è la cosa giusta da fare ma ognuno sa se ciò che fa lo impegna al massimo, poco o una via di mezzo.
D: come si prepara fisicamente ai vari film che interpreta, sono di una rivista sullo sport. E qual’e il suo sport preferito?
R: calcio (vive a Budapest, ha un figlio).

Festival Internazionale del Film di Roma 2008















EASY VIRTUE
Lunedì 2008-10-27
D quanto ti ha divertito interpretare questa commedia? Ricorda un film Hitchcockiana

R (regista) tutti abbiamo una suocera, ero attratto dal fare diversamente. Il rispetto si ma non troppo. Quanto a Hitchcock era il suo II film percio non il Hitchcock famosissimo che tutti conosciamo: ho cercato di chiedermi come avrei fatto il primo Hitchcock; (attrice) per me è stata una grande possbilità, per potere recitare in una commedia; (attore, Ben..) sono un giovane attore britannico, in questa anticommedia: mi ha eccitato!

D la sceneggiatura è molto ricca di dialoghi spiritosi, cose non dette, .. Come ci avete lavorato?

R (regista) in verità nasceva come melodramma, perciò non era così divertente leggerlo. C’è stata una modernizzazione. Inoltre racconto che non c’era tempo per le prove, tutto era istintivo, ma con un “such good talented cast” era possibile farlo, “actors thant can handle that!”.

D spesso le sue colleghe si lamentano di non trovare ruoli femminili belli, ma solo di spalla. Sei andata fino in Inghilterra per trovare un non-supporting role?

R (attrice) è vero, il problema/la preoccupazione c’è e quei pochi ruoli importanti vanno proprio al Top (delle attrici). Si sono dovuta andare in UK – ridendo – perché in America “so many talented actresses and so few very high roles!”.

D quanto alle musiche, parte integrante del film, può dirci qualcosa?

R (regista) era un peccato non usarle. Volevamo che le canzoni creassero l’ambiente. Un “musical genius” ha ricreato le musiche e canzoni contemporanee. Ben e Jessica hanno cantato. Inoltre non volevo accompagnare un momento triste con una melodia triste ma semmai viceversa.

D Jessica sei stata nominata la attrice più in salute nel mondo.

R (attrice) si lo so, am non so perché.forse perche mi tengo in forma con athletics e creco di mangiare sano (regista: si è fatta prima 1 mega hamburger con patatine fritte!), si beh appunto non sempre lo faccio (ride). Comunque è la cosa piu noiosa che potessero dirmi e per cui essere eletta!

D come si è trovata a lavorare con l’attore Russell? (altro film??)

R (attrice) è stato incredibile, perché è stata una sfida.

D i condizionamenti familiari e sociali per i protagonisti incidono molto sulle loro scelte di vita. Per voi è stato così?

R (attrice) non risponde passa la parola; (attore Ben) a 18 anni ho detto ai miei che volevo fare l’attore, ma volevano che facessi l’università, alla fine l’ho fatta e dopo mi hanno appoggiato.

D un’attrice americana in Inghilterra: si è sentita un po’ estranea lei inglese nel cast americano, in un paese che non è il suo? E ciò ha aiutato il suo personaggio appunto a sentirsi estraneo?

R (attrice) si e hanno aiutato molto nell’interpretazione, anche perché come si diceva non c’era tempo per le prove. E poi Colin Firth e Kristin Scott Thomas sono attori molto preparati! Ma proprio la fretta, la pressione, gli attori mi hanno aiutata moltissimo.

R (regista) Kristine e Jessica non erano grandi amiche nemmeno nelle pause, lasciavano questa distanza dei personaggi, ciò che ha aiutato molto e ha reso il tutto molto vero. Non dovevano per forza ma è accaduto di fatto ed è stato utile.

D come ha scelto questi attori (e non altri)?

R (regista) solite domande che mi fanno “why and who do you cast?” Beh a volte è una questione di dadi. Quando ho visto Jessica ho visto in lei qualcosa che mi interessava tirare fuori per il suo personaggio. Ben mi ricordava un po’ me quando ero cosi giovane anch’io, per me è un bambino!

D ci può dire qualcosa sul coward style?

R (regista) ritengo sia molto duro ma ogni tanto lo abbiamo addolcito regalando più emozioni

D il tema dell’incontro tra neo membro e famiglia di origine è ricorrente in tanti film. Secondo voi che l’avete portato con tanta originalità qual è il fascino di questo tema?

R (attore) beh l’incontro con i futuri suoceri, vada bene o male, è comunque un tema divertente, “a great source of drama, of comics too and common to everyone”; (regista) p.e. la scena in cui Jessica sta seduta su un cane: a una mia amica è veramente accaduto! Così quella è una situazione reale.

D quando un film gioca tanto con i clichè p.e. inglesi che tipo di accoglienza hanno in patria?

R (attore ben) non so.. non è stato ancora visto

(ridono)

Festival Internazionale del Film di Roma 2008






LA DUCHESSA
Sabato 2008-10-25
Tratto dall’omonima biografia di grande successo scritta da Amanda Foreman sulla figura di Lady Georgiana Spencer, antenata di Lady Diana Spencer.
D: ieri come oggi mi sembra abbiate rilevato come il rango non proteggesse da violenze sessuali e maltrattamenti di questo genere. Come mai?
R: brava che hai colto questo. Per la donna era importante avere potere dal matrimonio al divorzio ad altre sit La tensione era trovare come ottenere potere nell’ ambito di una relazione dalla quale non si può scappare..
D (a Dominique Cooper): hai un’arma segreta per sedurre 1donna, hai fatto soffrire o hai sofferto e in che caso lasceresti una donna amata?
R: domande personali.. Sarebbe orribile se dicessi che ho abbandonato una donna che ho amato Potrei avere una arma segreta ma naturalmente non posso dirla ora../a lei. Si ma mai quanto il duca fa soffrire la duchessa nel film spero non succederà mai, ma si certo ho sofferto come una persona della mia età.
D (al regista): si pensa alla vicenda contemporanea di Lady Diana: che rapporto c’è? Inoltre il duca è un personaggio complesso da raccontare e rappresentare per cui vorrei sapere come l’ha affrontato.
R: la cosa di Lady D credo sia stata lungamente trattata nella biografia di 10 anni fa direi e c’erano tante bugie e si potrebbe disegnare questo parallelo ma non so.. Quanto al duca, è un aristocratico, alta classe. Provare a non giudicarlo cercando di capire che è un uomo di quel secolo, non giudicarlo con occhi del tempo Era comunque un uomo, si complesso, con sofferenze, ma era intrappolato come la moglie anche dalle regole sociali del tempo..
D (alla attrice Atwel): può raccontarci la sua figura nel film, periodo ostile per le donne..
R: si, il mio personaggio è molto solo e soffre moltissimo quando incontro la duchessa, così trovano una connessione proprio nella sofferenza e nel tentativo di sopravvivere in questo mondo tanto difficile. Al tempo le donne avevano pochissimi diritti, subivano gli abusi dai mariti, venivano loro portati via i figli.. Per le due donne prevale il desiderio di essere buone madri.
D: questo rapporto celebrità e stampa – Georgiana faceva uscire i giornali – già allora era presente.
R: si, molte erano le difficoltà nel tenere una vita privata da parte perché è ciò che ama la gente sapere più del fatto che sei semplicemente famosa o potente, la gente vuole sapere se sei infelice e prendi droghe p.e.
D (alla scrittrice): avete lavorato assieme alla sceneggiatura, era preoccupata come tante autrici i cui libri vengono tradotti in opere cinematografiche?
R: la regista e la produttrice mi ha aiutato moltissimo.
D: rispetto al film precedente “Bullet Boy” che ha diretto c’è un legame?
R (regista): due ragazzi di periferia con le difficoltà dell’accettazione e dell’ ambiente difficile appunto.
D: quanto alle location usate nel film sono originali? Avete girato con relativi permessi in delle Ville o avete costruito i set?
R: le location sono tutte vere e tutte scelte tenendo conto di dove era probabile accadessero gli eventi narrati, comunque queste ville sono tutt’ora esistenti in Inghilterra, con quel senso di solitudine e degrado perche moltissime persone proprietarie delle stesse non hanno soldi per mantenerle …immagino anche in italia..
D ( all’ attore Cooper): la stiamo vedendo già in Italia con “Mamma mia” e la vedremo con “La Duchessa”. Si trova più a suo agio in film in costume o contemporanei?
R: è bello avere la scelta ed è bello interpretare dei personaggi realmente esistiti e scoprire cosi cose che non sapevo. Amo entrambi e avere la possibilità di farli cosi ravvicinati nel tempo, è meraviglioso.
D (al regista): perché gli attori scelti le sono parsi quelli giusti x questi ruoli? In particolare i presenti.
R: Hayley è eccezionale, l’attrazione e l’abilità di essere amica di Georgiana, l’onestà nell’ approccio e molte altre cose, molto adatta. Avevo già lavorato con lei, volevo rilavorarci e questo era il ruolo ideale, carismatica, intelligente, aperta e in tutto diversissima da Georgiana, e andavano molto bene insieme; bellissimo avere personaggi del calibro della Rampling e insieme persone che verranno fuori e lo faranno come loro, Hayley e Dominic.
D: per i costumi mi sembra non abbiate esagerato con la connotazione storica, allora come si portano i personaggi vicini alla nostra epoca?
R: i costumi sono molto lontani da noi e, si, non ho voluto spingere su questo aspetto rendendoli troppo diversi e appunto lontani; Keira doveva indossare cose straordinarie ma non volevo che il film fosse visto per i costumi, bensì per i personaggi, personaggi che dicessero qualcosa.
D (alla produttrice): leggendo la biografia avete rilevato qualche trappola nella quale particolarmente non volevate cadere?
R: beh abbiamo dovuto fare una scelta: non volevamo dieci film sullo stesso personaggio, era più un problema di scegliere cosa non fare.
D (all’ attore Cooper): sei seduttore con Keira Knightley e poi in un altro film (“An Education”) con una sedicenne, sempre seduttore. Che donne preferisci, giovanissime o dell’età della prima (23) o datate?
R sono a mio agio se l’ ambiente mi mette a mio agio, è stato così. Non so se preferisco un tipo o l’altro.
(Ridono)

Festival Internazionale del Film di Roma 2008






QUELL’ ESTATE
Martedì 2008-10-28
Tratto dalla sceneggiatura scritta da Tommaso Avati.
D: la sceneggiatura è di Tommaso Avati.
R (regista): si, però Tommaso si è ritirato dalla regia e non ha voluto girare il film del suo scritto. Per miracolo hanno suggerito me dalla produzione per farlo. Pochi soldi, ottimo cast: semplice.
R (produttore): si, a basso costo, finanziato dal Ministero dei Beni Culturali. Guendalina (Zampagni, regista) è stata molto brava a scegliere gli attori, non hanno sbagliato una battuta. Guendalina così è, si butta.
R (attrice, Diane Fleri): il mio è un personaggio arrogante ma sotto sotto dolcissimo.
D: il momento che ti ha lasciato di più qualche cosa?
R: è stato un lavoro teatrale, ciak unici che andavano bene subito e dunque tempo per le prove.
D: dirigere Haber com’è stato? Non è semplicissimo..
R (regista): ero terrorizzata, ma poi è andata bene. Lui ti assilla, ma poi capivo il suo modo. Haber ha un problema con la memoria, però è moto vero quando recita. Quanto a Pamela: dolce, paziente..anche con Haber, molto professionale.
D: interessante la scelta di costruire una favola antica, quasi a episodi senza i tempi sincopati di molti film di oggi. E Diane come si è trovata nel suo primo ruolo da protagonista?
R (regista): si, non amo il film tum tum, è il mio gusto qui. Inoltre ricordiamoci che erano gli anni 60-70 ed in campagna dove tutto è moto lento. Erano le emozioni dei personaggi a viaggiare invece.
R (attrice): una bella responsabilità, in verità una grossa parte data a tutti, però non mi era mai successo di lavorare così tanto. Il film è stato girato in quattro settimane, intensissimo.
R (attore – Jacopo Troiani): per me la prima esperienza come attore, sono un cantante. Il clima era molto familiare.
D: complimenti per avere dipinto questi ragazzi come ragazzi normali. Jacopo com’è stato affrontare una canzone di un grande: Vasco Rossi?
R: ho cercato di interpretarla a mio modo. Poi le altre due canzoni sono mie. Ecco un sogno che si realizza.
D: le emozioni di stamattina? Con i bambini che applaudivano ogni momento.
R (Jacopo): si, molto coinvolgente. Commentavano le scene. E poi anche io vedevo il film per la prima volta sul grande schermo. Una bella botta.
R (regista): una meraviglia! Questi ragazzi, che gioia!
R (Diane): beh un pubblico perfetto.
Regista di sè: 11 anni come aiuto regista, ho 39 anni oggi, sposata con 2 figli. Il mio sogno: la regia.
D: prossimi progetti in cantiere?
R (Diane): si, sono all’attivo con 4 film in uscita: questo, “Il prossimo tuo” di Anne-Riitta Ciccone, “solo un padre” di Luca Lucini e “Io sono l’amore” di Luca Guadagnino.
R (regista): non un progetto concreto salvo la distribuzione di “Quell’Estate”.
R (Jacopo): come cantante si (accenna a Sanremo), cinematograficamente se capitasse..
Intervistatrice a tutti gli attori minori della pellicola seduti in prima fila sotto il palco: lo rifareste?
Risposta generale: si! (chi per mestiere, chi per caso senza impegno professionale).

Festival Internazionale del Film di Roma 2008





















GALANTUOMINI
Lunedì 2008-10-27
D: come ha impostato il film?
R (regista): ho fatto seminari in dei carceri e lì ho conosciuto delle donne carcerate Una pensavo fosse vittima della sua storia della sua famiglia avevo iniziato un documentario su di lei perché era anche attiva nel sociale, invece è stata poi arrestata per associazione a delinquere Un po’ come con il personaggio di Ignazio con quello femminile interpretato dalla Finocchiaro.
R (attore protagonista): abbiamo parlato con un noto magistrato e il direttore Antimafia a Lecce, entrambi salentini, il che era importante per la ricostruzione antropologica del contesto di lavoro. Ci hanno dato utili consigli, rassicurandoci sulla storia, volevamo fosse credibile. Il magistrato che si innamora di.. poteva suonare finto invece storie cosi possono accadere Con loro riscontravamo la realtà di tale possibilità.
R (attrice protagonista): mi sono preparata osservando le donne salentine, hanno sguardo fiero che va oltre le cose, la mia è una donna dura, violenta, spietata a tratti. Il contesto dove ambientare lo sguardo era 1organizz criminale il che aumentava gli spigoli del personaggio e poi edoardo (regista) la mia altra fonte di l’ispirazione, ciò che mi ha aiutato molto.
R (regista): volevo a tutti i costi la Finocchiaro.
D: perché cosi poco il cinema italiano parla di donne forti, mentre voi con questo film lo fate?
R (regista): il nostro è un paese di maschi ancora, comunque non sono un sociologo quindi non saprei. Io racconto la donna violenta ma intelligente in mezzo a dei cialtroni. Ci siamo divertiti con Beppe (Fiorelllo), Marcello (Paryer),.., a cialtronarli e così a umanizzarli. Spesso sono stupidi i picciotti! Li idealizziamo a volte.
R (attrice protagonista): non lo so, ma spero che d’ora in poi.. anche Lucia si impone in un mondo al maschile Lei una donna di potere che comanda gli uomini, ciò che mi ha affascinata moltissimo.
D: tornando ai picciotti mi è sembrato un espediente interessante, per rendere il tema più lieve. Lei Edoardo ha avuto il timore di cadere qualche volta in dei clichè? Il mare, i pomodori secchi, ecc.
R: la Puglia e il Salento sono meravigliosi, mi è piaciuto farli vedere. Il tema del nostro paese mi è molto caro, specie dal lato fotografico. Senza retorica, ma il nostro è il paese più bello e insieme il più brutto p.e. per le nostre periferie. Quanto ai personaggi minori abbiamo lavorato molto anche con Alessandro Valenti - sceneggiatore - sulle scenografie. P.e. i ragazzi da bar, sono veri. Io sono appassionato di questi personaggi. Del resto vivo in un paese che si chiama Depressa..
D: Beppe Fiorello come ha affrontato il ruolo?
R: il mio bullo è degli anni 90, c’era. Oggi la malavita non la si vede più in piazza. La tecnologia ha toccato anche loro. Potrebbe sembrare uno stereotipo ma ricordiamo l’epoca. Ho interpretato il personaggio seguendo le mie corde di ragazzo che ha vissuto in un piccolo paesino di provincia (siciliana, non salentina).. è vero, mi è stato abbastanza facile.
D: invece Gioia Spaziali a chi si è ispirata?
R: il mio personaggio è molto appassionato del suo lavoro, lotta per salvare la sua terra, è equilibrato, serio ma non rigido. Con Edoardo e Alessandro s’è lavorato per dare la normalità a questo sostituto procuratore. L’aspetto importante di Laura è l’istinto molto sviluppato, è testimone di ciò che accade al suo collega. Prima lo affianca ma poi capisce cosa sta succedendo e prende in mano l’indagine e guida il capo dei carabinieri. Forte, ma soprattutto per intuito (femminile) e amore. Queste donne che abbiamo studiato guardano in faccia i malavitosi con dignità propria. È un personaggio del quale si vede solo il lato professionale, ma da piccole battute si può intuirne il lato umano e forse più leggero.
D: a proposito del personaggio del magistrato è così? Cioè quello che fa carriera torna e scopre di non avere vissuto e implode..?
R (attore Fabrizio Giffuni) Non credo sia il punto, che si alluda al fatto che Ignazio è stato fuori, poi ha fatto parte delle prime inchieste di tangentopoli, ecc. Serviva dare l’idea di come lui avesse programmato la sua vita e invece tutto vada in frantumi, ma in verità è li che si riappropria della sua identità mettendosi in discussione. Bene per lui. Altra cosa bella: il finale non dà certezza sui cosa accadrà ai due personaggi, lui e lei, che destini avranno.. Infine, non ci sono schemi, ma l’eterna lotta fra ragione e sentimenti e senza soluzione, il film non dà una riposta.
D: una provocazione: non si può fare un Gomorra pugliese perche tutti sono diventati buoni? Inoltre, mi incuriosisce vedere storie forti dal lato etico e poi sentire dire “non dò giudizi”, mi chiedo: non sarà arrivato il momento di darli?
R (regista): la mafia erano del Sud Italia inteso più come Campania, Sicilia,.., ma non tanto come Puglia, dove in quegli anni era apparsa tra sbarchi ecc. Comunque sono pugliese doc, orgoglioso di esserlo. E la mafia è il vero cancro italiano.
R (Alessandro Valenti): la Sacra Corona Unita è stata l’unica debellata. È stata pericolosissima forse più di mafia, camorra, ecc perché usavano questi bulletti che pero una volta presi parlavano subito per questo è stato possibile debellarla. Non c’era nemmeno un senso di appartenenza.
R (regista): vorrei ricordare, però, che è una storia d’amore, non vorrei porre troppa attenzione sulla Sacra Corona Unita.

Festival Internazionale del Film di Roma 2008

QUELL’ ESTATE
Cast
Regista: Guendalina Zampagni
Attrice protagonista: Diane Fleri
Attore protagonista: Jacopo Troiani
Attori co-protagonisti: Alessandro Haber, Pamela Villoresi

Trama
Una famiglia in vacanza, nel luogo di vacanza di tutte le estati, con i ritmi lenti della campagna, le canzoni che suonano la nostra nostalgia di epoche passate, le vicende familiari che si dipanano e si alternano sullo sfondo di case, ville, giardini, strade e negozi della maremma anni 70-80.
La figlia, Eleonora, poco più che maggiorenne incinta di sconosciuti, o meglio di chi la stessa non intende rivelare, il fratello “somaro” in lingue a scuola che prende ripetizioni da un ragazzino maldestro - orfano di entrambi i genitori e preso in cura dal parroco di paese - che si innamora come intuibile di Eleonora, e i genitori, naturalissimi Haber e Villoresi, in un momento stanco del loro matrimonio. E sorprese, risate, delicatezza dei sentimenti puerili e adulti, personale riconoscimento nelle abitudini e desideri di una normale famiglia italiana in ferie ..quell’estate di 2-3 decadi fa.

Critica
Elemento forte della pellicola è la raffinatezza delle scene, mai volgari mai ambigue. La spontaneità forse anche per la giovanissima età media del cast è di sicuro un altro aspetto vincente. E la regia rispecchia raffinatezza e spontaneità appieno.

Film a basso costo, finanziato dal Ministero dei Beni Culturali, a dimostrazione che anche con poco si può realizzare un’opera dignitosa e di ottima riuscita.

Consigliato a Tutti. (molto partecipato da bambini delle medie)